il Libro
parte I - capitolo X
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XLI - XLII - XLIII - XLIV - XLV - XLVI - XLVII - XLVIII - XLIX - L
Toni s'aggirava a torso nudo per la casa. S'era appena rasato e stava vestendosi per recarsi a scuola. Chiamò la moglie che in cucina riscaldava il latte per la colazione dei ragazzi:
«Teresa, la camicia azzurra a righe è stata lavata?»
«È al suo posto, nel cassetto» rispose lei raggiungendolo in camera da letto. Era già in ordine nella persona nonostante anche quella mattina fosse libera da impegni scolastici. Osservò il marito che, tolta la camicia dal cassetto del comò, la spiegava per indossarla. Era ancora un gran pezzo d'uomo, la muscolatura delle braccia e del robusto torace guizzava mentre infilava l'indumento, la larga base del collo accentuava l'aspetto vigoroso del suo corpo. Il cranio lucido, appena setoloso sulle tempie e intorno alla nuca, completava l'immagine di forza. Teresa avvertì l'eccitazione della propria fantasia, che però prontamente si esaurì. Le succedeva sistematicamente di subire dalla vicinanza del marito una provocazione destinata a spegnersi non appena immaginava di congiungersi a lui. Non lo desiderava più, i suoi sensi lo rifiutavano.
Malgrado il malumore che fra le mura domestiche le era ormai consueto, Teresa rise fra sé e di se stessa. Da tempo aveva preso l'abitudine di curare la propria igiene intima con più scrupolo di sempre, come se dovesse accingersi a un incontro d'amore. Anche la scelta della biancheria era più accurata di un tempo. Non aveva tardato a rendersi conto che quel comportamento derivava da un istinto di simulazione che aveva lo scopo di rendere più appagante il proprio autoerotismo. In definitiva, però, la cura della propria persona era fine a se stessa quanto lo era la prestanza fisica di Toni!
I bambini consumarono in silenzio la colazione al tavolo di cucina, inzuppando lentamente la propria fettina di pane nel latte caldo allungato con l'orzo. Poi, raccolte le cartelline di scuola, s'avviarono all'uscio dove furono raggiunti dal padre. Teresa li salutò con una lieve carezza e ristette a guardarli mentre compunti scendevano le scale dietro a Toni che nell'andarsene aveva bofonchiato qualcosa in segno di commiato.
Richiusa la porta di casa Teresa tornò in camera da letto e prese a rassettarla. La donna a mezzo servizio sarebbe mancata per un paio di giorni - un figlio partiva militare e lei aveva manifestato il desiderio di dedicarglisi totalmente in quelle ultime ore - e la rigovernatura era tutta sulle spalle di Teresa. Buon per lei che almeno per quella mattina era libera di occuparsene senza alcuna fretta.
Passata la scopa, spolverati i mobili, Teresa rifece il letto e sistemò nell'armadio alcuni capi d'abbigliamento. Toni si cambiava d'abito ogni due o tre giorni e lei lo faceva invece anche nella stessa giornata. Stava riponendo sullo scaffale in basso la propria borsa quando volle verificare se contenesse ancora il portamonete e l'aprì. Sulle prime osservò perplessa il portafogli sdrucito che aveva tra le mani, poi ricordò d'averlo raccattato da terra in via Mercanti e vi guardò dentro. Conteneva un biglietto da dieci lire, alcuni foglietti di appunti e una tessera d'identità intestata a Girardelli Nuccio, nato a Salerno nell'anno 1922, altezza un metro e ottanta, capelli e occhi scuri, nessun segno particolare, studente.
(...)