il Libro
parte seconda - capitolo cinquantaquattresimo
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Capitoli presenti nella prima parte:
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Una quindicina di coppie si muovevano al ritmo dei ballabili molti dei quali erano quelli, non tra i più frenetici, che la moda stava importando d'oltre oceano. Il padrone di casa, un aitante giovane alto e biondo dai modi affabili, si alternava con sapiente destrezza nell'azionamento del giradischi, nella danza e nell'intrattenimento degli ospiti tra i quali non figuravano anziani tranne un signore dì mezza età che se ne stava accanto a una parete del salone osservando con espressione compiaciuta il movimento al suono della musica.
Federico gli si avvicinò e avviò una prudente conversazione. Intuendo nell'uomo un parente del giovane biondo lo intrattenne su argomenti che non avevano a che fare con il ballo e con quello che personalmente egli ne pensava.
L'atmosfera non era però quella che aveva paventata. II volume del suono era discreto, l'ambiente illuminato e le coppie si muovevano senza eccessi di animazione né apparenti segni di volere stabilire clandestine intimità.
Da qualche tempo l'organizzazione privata dei trattenimenti danzanti andava diffondendosi precorrendo e stimolando l'apertura di pubblici ritrovi per la crescente esigenza di uno svago giovanile liberatorio di antiche inibizioni e dei tradizionali impacci del rapporto tra i sessi.
Federico non apprezzava l'emancipazione insita nella continua rincorsa dietro alla promiscuità. Diffidava degli innocenti propositi di evasione e credeva piuttosto che quella strada, dischiusa dalla ventata innovatrice della spregiudicata presenza straniera, fosse l'inizio dì un misterioso viaggio verso traguardi non più vantaggiosi dei tabù e delle repressioni di cui la giovinezza cominciava a liberarsi. Vedeva insorgere un edonismo spensierato che non prometteva nulla di buono e che minacciava di lasciare rimorsi ben più acri dei rimpianti dei quali i giovani sembravano non voler più soffrire. I giovani di quella generazione che nella vita aveva improvvisamente scoperto aspetti ben più piacevoli che non quelli austeri del "libro e moschetto" e della "massaia custode del focolare".
Conversava con l'uomo che gli era accanto e seguiva, rassicurato ma non di buonumore, i volteggi delle coppie al centro della sala. Ecco una serata persa, si diceva, che avrebbe potuto più proficuamente essere impiegata nello studio. Pensò amaramente che come al solito si pentiva di non studiare soltanto quando era nell'impossibilità di farlo.
Al termine di un ballo Luciana gli si avvicinò sorridendo:
«È molto nervoso?»
«Ma no, perché?» protestò sorpreso.
«Non fa altro che fumare!» e tornò verso il suo cavaliere del momento.
A Federico era sembrata per tutto il tempo presa dalle danze, assolutamente dimentica di lui. Sapere invece d'essere stato osservato lo liberò dal vago risentimento di sentirsi ignorato. Dopo tutto lei stava divertendosi per merito suo! La seguì con gli occhi ma la ragazza non si volse più nella sua direzione e riprese a ballare facendo svolazzare la gonna intorno alle lunghe gambe tornite.
(...)