il Libro
parte seconda - capitolo sessantatreesimo
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Capitoli presenti nella prima parte:
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Sospinto da un'irriducibile incredulità Federico si recava a Salerno giornalmente per aggirarsi nelle adiacenze dell'isolato dove abitavano i Megara. Sperava di incontrare Luciana prima o poi, convinto che in un colloquio a quattr'occhi ella avrebbe finito per dirgli la verità sul suo comportamento. Si teneva lontano dalla sua casa occhieggiando invano verso le finestre che restavano chiuse e ostili, come se dietro di esse non esistesse vita o si stesse consumando una disperata vicenda.
Talvolta noleggiava un vespino a bordo del quale, frugando con lo sguardo tra la folla alla ricerca della figura di lei, percorreva ripetutamente e lentamente le strade tutt'intorno sino a che scendevano le ombre della sera. Tormentato dall'impossibilità di immaginare il suo tempo senza di lui non riusciva a impedirsi di sentirla sempre più lontana. Ricordandola piangente avrebbe voluto che non soffrisse e nello stesso tempo si disperava all'idea che ella stesse rassegnandosi a una serenità alla quale egli era estraneo.
Da Bregaglia nessuna notizia. L'autunno avanzava ora decisamente spogliando la natura e avvolgendola nella malinconia.
Una sera la sorella, la quale sapeva quanto bastava ma non quello che il fratello aveva nell'animo, gli disse, con l'aria di informarlo distrattamente a puro titolo di cronaca:
«Questa mattina sono stata a Salerno, al Torrione, e ho incontrato occasionalmente la madre di Luciana. È stata molto gentile, mi ha fatto festa e mi ha anche chiesto di te. Dice che non ti sei fatto più vedere.»
L'incubo era finito! L'indomani erano l'uno davanti all'altra.
La tenerezza di quell'incontro sembrò non aver fine. Si guardavano, si scrutavano, si cercavano negli occhi la conferma di un amore che non li aveva abbandonati un istante, si scambiarono un bacio che parve loro il primo della loro esistenza. Mai Federico era stato così autenticamente se stesso, abbandonato scopertamente alla dolcezza che gli sgorgava dal cuore, mai Luciana aveva fatto brillare più gioia sul suo volto e manifestato più intensamente il trasporto verso di lui.
Soltanto dopo alcuni giorni ebbero la sensazione di risvegliarsi da un'estasi. Lui le chiese degli esami, lei gliene parlò e disse che, d'accordo con la madre, aveva rinunziato all'idea di diplomarsi.
«Basta con lo studio. La mia vita sarà con te, come la vuoi, se lo vorrai.»
«Me lo chiedi?!?»
«Ho motivo di chiedertelo.»
Un gelo improvviso, un'intuizione lacerante!
«Che intendi dire?»
(...)