il Libro

parte prima - capitolo diciannovesimo

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Capitoli presenti nella prima parte:

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Dopo qualche istante che Nuccio aveva premuto il campanello l'uscio di casa Bregaglia fu aperto da Toni, che rispose al saluto dischiudendo appena le labbra senza emettere alcun suono e poi, girate le spalle, si avviò per il corridoio dicendo «Seguimi». Il giovane gli tenne dietro fin dentro lo studio e, al suo cenno, chiuse la porta e sedette davanti alla scrivania ingombra di carte, libri e oggetti di ogni genere. Sentì rumori di altre presenze in casa e gli parve di udire la voce dei ragazzi. Era sorpreso ma non preoccupato.
Toni, ancora in piedi, frugò fra le carte e trovato un mezzo sigaro lo accese con attenzione meticolosa, tirò un paio di boccate e sedette a sua volta cercando la posizione più comoda sulla poltroncina. Si passò la mano nodosa sul cranio dalla nuca alla fronte e disse:
«Fumo sigarette, ma ogni tanto mi piace sentire un gusto più forte. Tu fumi?» Al gesto negativo di Nuccio esclamò: «Bravo, è un vizio assolutamente innaturale che l'umanità selvaggia ha trasmesso a quella civilizzata.» Ghignò e aggiunse: «I cattivi trovano sempre il modo di vendicarsi dei buoni.» Continuò a fissare Nuccio negli occhi e dopo un paio di tirate dal sigaro riprese: «Io so però che i cattivi non stanno dalla parte dei selvaggi, i quali sono crudeli innocentemente, solo per istinto. La cattiveria è quella consapevole, intenzionale degli uomini civilizzati.» Nuccio ascoltava. «Tu, studi ancora?» chiese come se volesse conversare. Il giovane esitò un attimo. «No, ho finito, a settembre scorso.»
Toni annuì col capo, rendendo evidente che s'aspettava quella risposta. «Hai preso una licenza, un diploma?» «L'abilitazione magistrale.» «Sei ritardatario. Perché?»
«La storia è lunga, diciamo problemi di famiglia» rispose Nuccio attento a essere cortese.
«Ah, la famiglia!» sospirò Toni emettendo fumo di sigaro. «La famiglia è una meravigliosa invenzione umana. Sai a cosa serve la famiglia, fra gli animali? Unicamente ad allevare i figli, alla riproduzione.» Pur sotto l'impressione di trovarsi davanti a un'insidia Nuccio osservò: «Eppure, professore, voi m'insegnate che esistono animali che fanno coppia fissa, rimangono uniti anche quando non hanno figli da crescere.»
«Certamente, bravo, esistono i monogami, fra gli animali. A te risulta che gli uomini siano monogami?» Il tono beffardo della domanda non era ancora esplicitamente allusivo ma Nuccio stimò di dover alzare la guardia.
In quel momento la porta si aprì e uno dei ragazzi fece capolino. Guardò dentro e disse: «Papa, sul libro è scritto che...». Toni lo fissò accigliato, meditò per un momento e poi ringhiò: «Vai fuori dai coglioni!» La porta si richiuse e il professore si volse nuovamente all'ospite:
«Ecco la famiglia, neanche a farlo apposta. E un'invenzione meravigliosa» ripeté ironicamente. «Ma tu mi stavi dicendo? Ah, già! E ora con il diploma che fai, vuoi insegnare?»
(...)