il Libro

parte prima - capitolo quinto

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Teresa Bregaglia svoltò sul corso, a destra, e s'incamminò pigramente riprendendo fiato. La lunga discesa di via Velia l'aveva affaticata, costringendola a gravare sui tacchi ai quali non s'era ancora completamente assuefatta. Libera dallo sforzo fisico, concentrò l'attenzione sulle vetrine dei negozi. La mattinata era splendente, il sole riscaldava l'aria e la folla si aggirava indolente. Rari i passanti frettolosi, Davanti ai bar sostavano uomini giovani che conversavano animatamente e qualche anziano azzimato intento a osservare con occhio esperto il passeggio dell'altro sesso. Al centro della strada sciamavano gruppi di ragazzi felici d'aver marinato la scuola, che sfogavano nel chiasso l'euforia della trasgressione e ostacolavano il traffico dei rari veicoli fra l'impazienza dei conducenti.
Teresa, che insegnava Storia dell'arte, non aveva lezioni quella mattina: gli allievi delle sue classi s'erano recati al campo sportivo per la preselezione degli agonali di atletica leggera. Toni, invece, era al lavoro e i due bambini a scuola: Fulvio in seconda elementare, l'altro, Fabio, in prima classe. Anche Fabio, come il fratello, aveva preso bene la scuola, alla quale s'era immediatamente adeguato, per nulla riottoso. O rassegnato? Con un padre come Toni, era difficile capire quale fosse il vero animo dei figli. Teresa sospirò. Il rapporto con Toni non esisteva più, o si era ridotto a pura avversione, almeno da parte di lei. Lui, Toni, era completamente indifferente a quanto si riferiva alla moglie. La sua partecipazione familiare riguardava unicamente l'educazione dei figli. 'Purtroppo' pensava Teresa, che avrebbe preferito che il marito non si occupasse neanche di loro. Non ricordava di averli mai puniti, non ve ne era stato mai bisogno. Tristi, cupi, anche in assenza del padre. Era la paura o la somiglianza con lui che li faceva comportare così?
Sospirò nuovamente. Aveva sposato Toni senza entusiasmo ma convinta che il matrimonio fosse una svolta razionale, se non proprio necessaria, della sua vita. Inizialmente l'accordo era stato quasi perfetto. Avevano sempre parlato poco fra loro, ma le parole erano sembrate superflue in un'armonia basata su gusti comuni. E poi v'era stata l'intesa sessuale. Teresa aveva scoperto il sesso con enorme sorpresa, al matrimonio era arrivata convinta che il sesso fosse una mistificazione, un fastidio contrabbandato come piacere, nel disegno della natura, al solo scopo di assicurare la perpetuazione della specie. Quand'era molto giovane aveva compatito il comportamento delle amiche verso l'altro sesso, le aveva considerale vittime del mito al quale lei non avrebbe mai creduto. Con il matrimonio aveva accettato di fare un'esperienza che, era certa, avrebbe potuto superare con uno sforzo di buona volontà.
(...)